Cupramontana Capitale del Verdicchio
Il Verdicchio
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Precisazioni e speranze
Il Podestà di Cupramontana mi mostra, nella Residenza Municipale, preziosi incunaboli e libri miniati, un quadro del Fazi e uno di Bartolini, e poi esce con me sulla piazza. E’ Un Podestà questo che non si ferma a guardare le cose del passato (che pur ammira e apprezza), ma un Podestà che con orgoglio mostra le ceste dei bozzoli d’oro che s’avviano verso il Centro di raccolta, e le valli ricchissime di soprassuoli giù per i fianchi del colle. Paese ordinato e laborioso, paese che si veste una volta all’anno a festa per la Sagra dell’Uva, giorno nel quale tutti gli abitanti dei Castelli di Jesi vengono a Cupramontana quasi a testimoniare questo luogo, capitale del Verdicchio, la loro devozione di sudditi fedeli. E del Verdicchio, mi parla un intenditore famoso, un uomo che nell’assaggio distingue l’anno nel quale il vino è stato messo in bottiglia, e da quali delle valli proviene. Il Podestà sull’argomento è stato riservatissimo. Segno che qualcosa c’è in giro in proposito, ma l’uomo qualunque, l’assaggiatore, invece mi parla chiaro e preciso. Merito forse della bottiglia che sul tavolo ci divide. Il vino tipo delle due valli, il verdicchio, può essere oro, per la Nazione e per i produttori. Oro, perché è esportabile (e lo sanno i nord americani ai quali dopo il proibizionismo fa brutti scherzi), oro per quelli che lo producono, in quanto, se sarà disciplinata la produzione e la vendita attraverso la costituzione in Cupramontana di un Enopolio, dal produttore al consumatore, il passo avrà breve e verranno eliminati quei famosi intermediari (che il Duce ha chiamato diaframmi) veri parassiti di una sana produzione. Del resto, la costituzione di un Enopolio, avrebbe vantaggio di primo ordine agli effetti della disciplina della produzione, del credito che potrebbe essere concesso ai produttori all’atto del conferimento dell’uva, alla possibilità di presentare per l’esportazione quantitativi rilevanti e uniformi. La costituzione di un Enopolio poi consentirebbe lo svolgimento di un programma di propaganda e di penetrazione in mercati nazionali e stranieri che oggi ancora ignorano il Verdicchio e nei quali la privata iniziativa non ha forze e mezzi sufficienti per farlo conoscere. L’Enopolio è dunque l’aspirazione giusta, mi dice l’amico intenditore, di quanti credono nella possibilità vinicole della zona, e Cupramontana, già nota per la Festa dell’uva e per l’eccellenza dei suoi prodotti, i migliori di tutta la produzione dei Castelli, avrà l’Enopolio. Il silenzio rigoroso che il Podestà mantiene sull’argomento, e la sua riservatezza a parlarne, sono la prova che le trattative in corso sono a buon punto”.
Guido Podaliri in, La Tribuna, anno 57, Roma, giovedì 9 luglio 1939-XVII, n.159, p.4.